La storia della SOMS deve essere necessariamente suddivisa in due parti perchè, pur essendo nata nel lontano 1870, la sua attività fu stroncata da un decreto prefettizio nel 1926 che ne causò la chiusura e ne pregiudicò l'azione per circa vent'anni.

La SOMS di Ovada dal 1870 al 1926

Quasi di fronte alla Chiesa di Sant Antonio Abate (ora Museo Giulio Maini) è la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso, fondata nel 1870, soppressa nel 1926 e ricostituita il 31 maggio 1945. Nel secondo Ottocento, sotto la spinta delle idee di Giuseppe Mazzini, il quale fin dal 1842 aveva caldeggiato un'associazione nazionale degli operai per un «cangiamento radicale nell'organizzazione della società», si costituirono un po' dovunque le Società di Mutuo Soccorso aventi lo scopo di provvedere ai bisogni dei soci, in caso di vecchiaia, malattia o disoccupazione, mediante la ridistribuzione dei fondi cumulati attraverso contribuzioni periodiche.

 

Fu nel 1869 che in Ovada un gruppo di operai canapini prese l'iniziativa di costituire un tale sodalizio.

Mancando però di una mente direttiva, essi offersero la presidenza della costituenda Società ad emerite personalità ovadesi, ma senza successo. Finalmente Don Tito Borgatta (Ovada, 1808-1890), al quale in ultimo si erano rivolti i responsabili del gruppo, accettò l'incarico. Costituita la prima amministrazione, il presidente propose di porre la società sotto il patronato della Madonna della Misericordia e di San Paolo della Croce; ma la mozione non incontrò l’unanimità dei consensi ed un gruppo di liberali dissidenti si staccò dal sodalizio per fondare una associazione laica.

Nasceva così, nel 1870, la Società Operaia di Mutuo Soccorso, di tendenza clericale e a conduzione autocratica, e due anni dopo la Patriottica, di ispirazione mazziniana, sotto la presidenza di Nicolò Torrielli.

Dopo qualche tempo, però, riformato lo statuto in senso liberale, il sodalizio si avvicinò alle posizioni della Patriottica, con la quale il 3 dicembre 1893 giunse alla fusione. Sorse così l’Unione Operaia Ovadese di Mutuo Soccorso, costituita in Ente Morale il 18 aprile 1894 e più tardi ribattezzata con l'attuale denominazione.

La prima vera sede dell'associazione fu un edificio di via S. Antonio, costruito nel 1896 (con i fondi raccolti attraverso una sottoscrizione popolare) sull'area ove prima era il deposito degli omnibus della ditta Ferrari.

 

La Soms venne sciolta con decreto Prefettizio nel 1926, dopo un tentativo di gestione da parte dei fascisti che non andò a buon fine per il mancato consenso che questi ebbero tra i lavoratori, ed i suoi beni vennero destinati all'Ospedale S.Antonio.

Dal dopoguerra ai giorni nostri

Caduto il fascismo, i lavoratori ovadesi decisero di riaprire la SOMS, anche se era ormai spoglia di ogni arredo e danneggiata nelle strutture.

Con buona volontà, senza scoraggiarsi e senza dilungarsi nelle recriminazioni, già nel 1945 si ricostruì il sodalizio formando il nuovo Consiglio d'Amministrazione e adeguando la SOMS alle nuove realtà sociali.

I nuovi dirigenti si adoperarono per ripristinare forme di assistenza e di previdenza verso gli anziani e verso coloro che durante la guerra avevano perso tutto e vivevano nella povertà più assoluta; nel contempo cercarono anche di indirizzare le attività sociali verso i giovani.

Negli anni che seguirono, la SOMS continuò la sua opera nel campo della solidarietà e del mutualismo partecipando a tutte le iniziative che avevano lo scopo di cercare di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori; inoltre promosse iniziative per la pace e la solidarietà tra i popoli.

Vi sono numerose testimonianze che documentano questo impegno, come i contributi versati alla Croce Rossa algerina ricostituita dopo la liberazione dall'occupazione francese nel 1958, la raccolta di fondi per l'India colpita da una grave carestia, l'invio di medicinali al martoriato popolo del Vietnam.

 

Nel frattempo continuavano le opere di ristrutturazione e di ammodernamento dei locali per adeguarli al sempre più crescente numero di soci e di attività.

Ma certamente l'opera più importante è stata la costruzione della nuova sala da ballo, che negli anni '60-'70 è stata un punto di riferimento per il divertimento e l'incontro dei giovani della zona. Questa sala veniva gestita dal volontariato di molti giovani, alcuni dei quali divennero poi a loro volta dirigenti dell'Ente.

Sempre in quegli anni la SOMS riusci', grazie all'impegno dell'allora Presidente Paolo Repetto, a ritornare in possesso del patrimonio immobiliare che era stato devoluto nel 1926 all'Ospedale S. Antonio e, successivamente, a riscrivere tra molte difficoltà lo Statuto che ancora oggi è in vigore.

 

Dal dopoguerra ad oggi, il movimento sindacale ed i partiti della sinistra hanno conquistato con dure lotte i diritti sociali come il sistema previdenziale ed il sistema sanitario nazionale, quindi per la SOMS è venuto meno l' impegno su tale terreno, pur rimanendo sempre vicina alle iniziative del movimento operaio; questo è testimoniato dal fatto che, sino a pochi anni fa, gli uffici della CGIL erano ospitati nei locali della SOMS.

 

Dagli anni '80 la società ha allargato il suo campo d'azione verso il settore ricreativo: si sono susseguiti vari gruppi di attività sportive come il calcio amatoriale, la pesca sportiva, lo scopone, la boxe. Oggi esiste un solo gruppo sportivo funzionante ed è quello delle boccette, con due squadre partecipanti ai campionati provinciali di serie C e D.

All'interno del Bar, recentemente rinnovato, c'è la possibilità di usufruire del servizio ristorante a mezzogiorno e vengono organizzate periodicamente serate a tema musicale. Il salone al piano superiore è utilizzato per assemblee politiche, dibattiti sindacali e riunioni ed è munito di videoproiettore per eventuali presentazioni. Viene utilizzato poi, una volta l'anno dalla stessa SOMS per il pranzo nell'ambito della Festa del Socio che si svolge solitamente nel mese di Novembre.

La ex sala da ballo, completamente ristrutturata, è stata utilizzata,in tempi diversi, dall'ASL locale e successivamente dal C.S.V.A. Alla scadenza contrattuale di tale Ente, si è intrapreso un contatto con il Comune per la sua acquisizione e attualmente si sono trasferite in loco tutte le associazioni prima disseminate per la città.